Attacchi da sci: come funzionano, come si regolano

21 Lug 2021 | Attrezzatura sci

Gli attacchi sono sono contemporaneamente sistemi di fissaggio e di sicurezza, poiché collegano rigidamente gli scarponi agli sci, ma tale vincolo deve poter essere “vinto” se le forze superano un limite massimo che può (e deve), come vedremo, essere impostato dall’utilizzatore.

Fino agli anni 60 erano costituiti da semplici cinghie e lacci di cuoio che non permettevano lo sgancio di sicurezza, negli anni 60 furono sviluppati i primi sistema a sgancio automatico, che furono perfezionati negli anni 70 quando si imposero sul mercato, anche grazie al fatto che nel frattempo la suola degli scarponi era diventata completamente rigida.

Gli infortuni, grazie agli attacchi di sicurezza, si sono ridotti moltissimo, tuttavia da almeno 30 anni a questa parte non abbiamo visto grosse evoluzioni, sebbene il sistema attualmente utilizzato sia ben lungi dall’essere “perfetto”, e ancora oggi molti incidenti, soprattutto in gara, si concludono con brutti infortuni a causa del fatto che gli attacchi non si aprono durante la caduta.

L’importanza degli attacchi di sicurezza

Le cadute sugli sci sono particolarmente pericolose quando gli attacchi non si aprono, perché lo sci può fungere da leva sollecitando in modo molto importante le ossa e le articolazioni, in particolare quelle della gamba (piatto tibiale, tibia e perone), la caviglia e ovviamente il ginocchio. Per capire quanto un attacco che non si apre possa essere pericoloso, ricordiamo il tragico incidente occorso nel 2008 a Kvitfjell a Matthias Lanzinger, che si ruppe la tibia prima che si sganciasse lo sci, che iniziò a ribalzare e roteare causandogli danni così gravi che i medici non riuscirono a impedire l’amputazione della gamba. Fortunatamente questi eventi sono estremamente rari (che io sappia, un evento di tale gravità è unico).

D’altro canto gli attacchi non dovrebbero per nessun motivo aprirsi accidentamente durante la normale sciata, perché ritrovarsi senza uno sci improvvisamente potrebbe essere ancor più pericoloso rispetto a una caduta.

La regolazione dell’attacco deve quindi essere fatta in modo intelligente: stringendo abbastanza le molle per evitare aperture accidentali, ma non troppo in modo tale da garantire l’apertura in caso di caduta. Nella maggioranza dei casi gli attacchi fanno il loro dovere, anche perché le sollecitazioni che ricevono durante una caduta sono diverse come tipologia, oltre che intensità, rispetto a quelle a cui sono sottoposti durante la normale sciata.

Ma purtroppo non è sempre così, e quindi può accadere che non perdiamo gli sci durante una caduta, anche se le sollecitazioni sono tali da causare un danno alle articolazioninormale utilizzo turistico è altamente improbabile che un attacco ben regolato si apra accidentalmente.

Come funzionano gli attacchi da sci

Gli attacchi moderni sono composti da due parti: una talloniera (la parte posteriore) in cui è alloggiato il tacco dello scarpone; e il puntale, dove è alloggiata la punta.

Il puntale può ruotare su un asse verticale: tale movimento è gestito da una molla regolabile, ed è quello che consente la fuoriuscita dello scarpone, con conseguente perdita dello sci, se le sollecitazioni in torsione, quelle più pericolose, superano una certa entità.

La talloniera non può ruotare su un asse verticale (alcuni modelli di ultima generazione consentono un piccolo movimento su tale asse), ma può ruotare su un asse trasversale, aprendosi e chiudendosi, e consentendo quindi l’aggancio e lo sgancio per mettersi e togliersi gli sci, ma anche lo sgancio in caso di caduta “in avanti”: infatti anche questo movimento è reso più o meno “duro” da una molla regolabile.

Gli ski stopper sono due asticelle di metallo, rivestite di plastica, che fungono da freni (come quelli dei bob) per evitare che lo sci che viene perduto durante una caduta, scivoli fino a valle.

Le due molle (del puntale e della talloniera) si regolano tramite viti presenti in genere dietro la talloniera e davanti al puntale, la regolazione viene controllata tramite una scala graduata, con dei numeri che fanno riferimento a durezze standard, normate dalla ISO. Dunque qualunque attacco regolato a, per esempio, 8 dovrebbe comportarsi allo stesso modo, a prescindere dal modello e dalla marca.

Come scegliere gli attacchi da sci

Gli attacchi in commercio differiscono principalmente per la scala di regolazione.

Quelli per principianti e intemedi sono più leggeri e hanno scale di durezza delle molle che vanno, mediamente, da 2 a 10.

Gli attacchi per sciatori avanzati arrivano a 12-13, abbiamo poi gli attacchi da gara che partono da 14-16 e possono arrivare oltre i 24.

In genere gli sci per turisti sono già provvisti di attacchi, che vengono scelti dal produttore in proporzione al livello degli sci, e tale scelta raramente è sbagliata, dunque non bisognerebbe preoccuparsi troppo del modello dell’attacco, quanto della sua regolazione.

Come regolare gli attacchi da sci

La prima cosa da regolare è la distanza tra puntale e talloniera. È sempre bene farlo fare a un professionista, tuttavia con gli attacchi moderni dotati di slitta, è veramente semplice farlo e quindi potrebbe essere utile farselo spiegare, in modo tale da non fare errori se per caso, per esempio, dovessimo prestare gli sci a qualcuno e ci trovassimo nella condizione di doverli regolare da soli. L’unica cosa da sapere è come regolare il precarico delle molle, forse l’unica cosa non “universale” visto che ogni marca ha il suo sistema, per questo sarebbe bene farselo spiegare dallo skiman.

Per quanto riguarda la regolazione delle molle, bisogna sapere che non viene fatta su dati oggettivi al 100%, perché le sollecitazioni durante la sciata dipendono dal livello dello sciatore.

Tali sollecitazioni dipendono molto dalla velocità, quindi possiamo direi che sicuramente un principiante dovrà regolare gli attacchi a un livello molto basso, perché essendo le velocità molto ridotte un distacco accidentale, oltre ad essere improbabile, è anche difficile che possa provocare un infortunio.

La durezza delle molle si stabilisce tramite delle tabelle, anch’esse normate dalla ISO, che tengono in considerazione dei seguenti parametri dello sciatore:

  • il peso e l’altezza
  • la lunghezza dello scafo dello scarpone
  • il sesso
  • il livello

Spesso i noleggiatori utilizzano tabelle semplificate che tengono esclusivamente conto del peso ed eventualmente della lunghezza dello scafo. Osservando bene le norme ISO si nota tuttavia che di fatto il peso è meno importante dell’altezza: infatti le sollecitazioni in torsione in grado di rompere la tibia non dipendono dal peso del soggetto, ma dalla sua altezza e dalla lunghezza dello scafo (scafo più lungo = sollecitazioni maggiori). Un soggetto in sovrappeso, dunque, non dovrebbe per questo stringere le molle più di uno sciatore della stessa conformazione fisica, ma normopeso.

Il livello ha un’influenza sulla durezza delle molle pari ad un “click” ovvero una unità, massimo due. Se per esempio in base ai parametri oggettivi viene fuori 7, uno sciatore esperto dovrà settare l’attacco a 8, mentre uno sciatore molto bravo (livello maestro di sci o poco sotto), a 9.

Per quanto riguarda le competizioni, in quelle amatoriali si utilizzano valori da 10 a 14, i professionisti possono arrivare oltre i 20.

Io sono alto 176 cm e in inverno peso circa 78 kg, secondo le tabelle dovrei tenere l’attacco a 7, ma in base al mio livello lo tiro a 9. Lo sci da gara lo tengo a 13.

La manutenzione degli attacchi da sci

Gli attacchi sono organi meccanici molto resistenti e possono durare anni mantenendo inalterato il proprio funzionamento. Dunque possono anche essere mantenuti una volta che lo sci viene sostituito, ovviamente senza esagerare e solo se l’attacco è di qualità.

E solo a patto che l’attacco sia stato conservato in luogo idoneo: è sempre opportuno mantenere gli sci in luogo asciutto e non troppo al freddoproteggerli durante il trasporto.

A mio parere non è indispensabile farlo, tuttavia alcuni consigliano di portare a zero il precarico delle molle a fine stagione.

5 Commenti

  1. Gian Luigi

    come regolare la pressione verticale del puntate degli attacchi da sci da pista, in altre parole quell’altezza del puntale in cui va infilato per prima cosa lo scarpone….ma con quale pressine,

    Grazie e buona giornata!

    Gian Luigi tomasi

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  2. Giulio

    Andrea buondì, ho degli head wc 2023 14.8m, gli attacchi non ricordo a quanto li ho messi, però li ho messi sopra di una tacca rispetto alla norma ISO. Sono livello 6. Ad oggi, in 3 settimane, è già la seconda volta che sulla nera che faccio come ultima pista della giornata gli attacchi dell’esterno mi mollano durante il momento di carico maggiore. Dovrei metterli una tacca più duri? Il problema è che ho paura che non stando su piste da gara e sti giorni è pieno di inesperti in pista in caso di impatto non si sgancino. Che ne pensi che posso fare?

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    • admin

      Non dovrebbero staccarsi mai o quasi nell’uso in pista, due volte in pochi giorni sono tante… quindi direi di salire di una unità, ma prima controllerei a quanto sono e se veramente adesso sei una unità rispetto alla “tabella”. Se io cado da fermo e ho sfortuna con gli attacchi a 9 non so se riuscirei a salvare le ginocchia, è nelle cose. Se non vuoi risciare lascia così ma la nera finale falla più tranquilla 😉

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      • Giulio

        😂, si la nera finale dovrei scendere più tranquillo, I know é che è libera da tutti e ed è bella duretta, quindi tendenzialmente ho la possibilità anche di approfondire la tecnica e aumentare velocità e inclinazioni, ora andrò da un altro skiman e vedo la tabella con lui dandogli di nuovo tutti i dati e chiedendo nel caso consiglio anche a lui, anche perché ormai l’alta stagione di dicembre è finita, quindi piste più tranquille, spero. Grazie mille per i consigli e la cordialità ma certe volte anche con i maestri non sappiamo mai che scegliere anche perché gli sci da gara (da slalom) sulle piste non sono utilizzabili e quelli fun poi mi fanno sti scherzi e non so che fare

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        • admin

          Dalla mia esperienza posso dirti che i neo-maestri di sci in campo libero regolano gli attacchi tra 8 e 10. Io li regolavo a 10 fino a 5 anni fa, oggi sono sceso a 9.

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