SCIANCRATURA E RAGGIO DI SCIANCRATURA DELLO SCI

20 Nov 2023 | Attrezzatura sci

Tutti sanno che a partire dalla fine degli anni 90 gli sci sono cambiati drasticamente, grazie alla nascita dell’era “carving”. Da allora sono diventati molto famosi termini come “sciancratura” e “raggio di sciancratura”, e soprattutto quest’ultimo è diventato un parametro fondamentale per definire la tipologia dello sci. Abbiamo già visto che in realtà gli sci sono sempre stati sciancrati, se non lo sapevi ti rimando all’articolo in cui ne parlo.

In questo articolo cercherò di spiegare in modo approfondito cosa si intende per sciancratura, cos’è il raggio di sciancratura e come dargli la giusta importante nel momento in cui dobbiamo scegliere uno sci.

Cos’è la sciancratura?

Se osserviamo uno sci frontalmente, ci rendiamo subito conto del fatto che il suo profilo è curvilineo: lo sci è largo in punta, stretto al centro e poi si allarga nuovamente in coda. Possiamo allora identificare tre punti: quelli in corrispondenza della massima larghezza dello sci in punta e in coda, e quello in corrispondenza della minor larghezza dello sci, al centro. Questi tre punti, insieme alla misura della larghezza dello sci in corrispondenza degli stessi, ci consentono di definire sia la sciancratura, che il raggio di sciancratura.

Disegniamo la retta che unisce i due punti in spatola e in coda: la distanza tra questa retta e il punto al centro è la sciancratura dello sci, che in inglese viene chiamata “sidecut“.

L’immagine è tratta dal libro di Mario Fabretto: “E adesso, come faccio a fermarmi”? Per la recensione clicca qui.

La sciancratura dello sci si calcola facilmente con questa formula:

  • SC = (S + T – 2W) / 4

dove S, T e W rappresentano la larghezza dello sci in spatola, coda e al centro, rispettivamente.

Il raggio di sciancratura si calcola con questa formula:

  • R = LxL/8xSC

dove L è la lunghezza dello sci e SC è la sciancratura.

Dunque, conoscendo la larghezza dello sci in spatola, coda e al centro si risale sia alla sciancratura che al raggio di sciancratura.

Cos’è il raggio di sciancratura?

Il teorema di euclide ci dice che per tre punti non allineati passa una e una sola circonferenza: il raggio di sciancratura è il raggio della circonferenza che passa per i tre punti citati in precedenza ovvero per la spatola, il centro e la coda dello sci.

Il raggio di sciancratura viene anche definito “teorico“, perché in realtà il profilo dello sci non è mai un arco di circonferenza, ma è quasi sempre costituito da più archi di curva raccordati tra loro. In questo modo il costruttore può modificare il comportamento dello sci, per esempio aumentando o diminuendo il raggio di sciancratura in coda o in punta, pur mantenendo lo stesso raggio di sciancratura teorico. Per questo non bisogna fissarsi troppo su questo parametro, soprattutto quando dobbiamo confrontare sci con differenze ridotte tra i raggi di sciancratura. Uno sci con raggio 16 potrebbe tranquillamente girare di più rispetto ad uno sci raggio 15, sia grazie al profilo dello sci, sia perché la tendenza di uno sci a girare più o meno è data anche da altre caratteristiche costruttive, e non solo dal suo profilo.

Quindi uno sci raggio 15 fa solo curve di 15 metri?

Ovviamente no. Se facciamo curve non in perfetta conduzione, allora lo sci farà le curve che decidiamo di fargli fare. Ma se invece lo facciamo carvare, allora il nostro controllo sulla traiettoria dello sci non sarà più del 100%, ma saremo molto più dipendenti dalle sue caratteristiche, raggio di sciancratura in primis.

Quando incliniamo lo sci, tuttavia, esso si deforma (si “imbarca”) a causa del nostro peso e della forza centrifuga, in questo modo la lamina mantiene il contatto sul terreno. Deformandosi, il raggio di sciancratura si riduce e così lo sci tenderà a disegnare curve sempre più strette all’aumentare dell’inclinazione. Lo sci non percorrerà mai una curva con raggio pari a quello di sciancratura, ma sempre inferiore ad esso.

Il raggio di curva che disegnerà lo sci è calcolabile con una formula che riporto qui sotto.

L’immagine è tratta dal libro di Mario Fabretto: “E adesso, come faccio a fermarmi”? Per la recensione clicca qui.

Come vedete, esso dipende dall’inclinazione dello sci e anche dal parametro h, che rappresenta quanto la lamina affonda nella neve, che dipende ovviamente dalla durezza del manto nevoso.

Se vuoi approfondire questo argomento ti rimando al video che ho realizzato sul mio canale Youtube.

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