Nello sci moderno l’interno va caricato come l’esterno. MA ANCHE NO.

26 Dic 2024 | Tecnica sci

Alcuni autori sostengono che lo sci esterno vada caricato come lo sci interno, con una ripartizione del carico 50-50 tra sci interno e sci esterno. Questa convinzione è errata e fuorviante e può ovviamente causare grossi problemi all’allievo, che nel 99% dei casi mette troppo carico sullo sci interno e dunque consigliargli di mettere ancora più carico su questo sci di certo non lo aiuterà a diventare uno sciatore migliore.

Dove nasce la teoria 50-50?

Chi propone una ripartizione 50-50 non è di certo stupido, ma è semplicemente vittima di un equivoco: quello di confondere il corretto utilizzo dello sci interno col fatto che lo si debba caricare quanto l’esterno. Tenere leggero l’interno, operazione necessaria per garantire un maggior carico sull’esterno, non significa scaricarlo completamente, né significa che l’interno non possa e non debba partecipare attivamente all’esecuzione della curva. In altre parole, usare attivamente lo sci interno non significa doverlo caricare quanto l’esterno. Lo sci interno di uno sciatore di 80 kg, caricato al 35%, in una curva di medio-alto livello con un’accelerazione laterale di 1,5 g, è sottoposto a un carico di 40 kg: carico che gli consente di contribuire alla grande all’esecuzione della curva. A patto però che siano soddisfatte diverse altre condizioni, che vedremo in questo articolo dove vi spiegherò cosa significa usare correttamente lo sci interno.

Cosa significa “usare bene” lo sci interno?

Iniziamo subito dicendo come andrebbe tenuto lo sci interno: leggero, inclinato, convergente rispetto allo sci esterno, e con la coda più leggera della spatola. Come viene tenuto lo sci interno da uno sciatore principiante o intermedio? Piatto, divergente, con la punta leggera, e ovviamente troppo carico, ovvero il contrario di ciò che si dovrebbe fare. L’apprendimento della tecnica di utilizzo dello sci interno è più complesso rispetto allo sci esterno e tutti gli sciatori, dal principiante all’agonista, dovrebbero concentrarsi maggiormente su ciò che fa questo sci, durante le sessioni di apprendimento della tecnica.

Per spiegare nel dettaglio come va usato lo sci interno non basterebbe un articolo, dunque oggi ci limiteremo a considerare due dei tre aspetti ovvero l’inclinazione e il carico, tralasciando gli altri due ovvero la convergenza e la coda più leggera della spatola.

inclinazione e carico dello sci interno

Il fatto che lo sci interno debba essere inclinato è la cosa più intuitiva da capire: se lo sci interno è piatto, la lamina non incide nella neve e quindi lo sci non può contribuire all’esecuzione della curva ovvero non genererà alcuna forza in grado di far cambiare direzione allo sciatore. Se lo sci interno è piatto, praticamente tutto il lavoro necessario per far cambiare direzione allo sciatore viene eseguito dallo sci esterno, il contributo dello sci interno è quasi nullo. In questa condizione lo sci interno funge solamente da “stampella”, ovvero aiuta lo sciatore ad inclinarsi (per mettere sullo spigolo lo sci esterno) senza cadere, ma lo fa a caro prezzo, perché sottrae carico allo sci esterno, con tutti i problemi che ne conseguono.

Maggiore è la quantità di carico che metteremo sullo sci interno, infatti, minore sarà il carico applicato allo sci esterno, minore quindi sarà la sua capacità di incidere nella neve, di deformarsi, di condurre, e in ultima analisi di svolgere al meglio la sua funzione. Non il massimo, insomma. Immaginiamo di avere un auto in cui solo la ruota anteriore esterna sterza, mentre quella interna rimane dritta: la capacità di curvare sarà fortemente limitata, avremo molto meno grip e saremo in grado di percorrere le curve ad una velocità molto inferiore.

Inclinando lo sci interno, al contrario, la lamina inciderà nella neve, lo sci si deformerà e inizierà a comportarsi come lo sci esterno ovvero a curvare: esattamente come in una normale auto con due ruote sterzanti.

Immaginiamo quindi di riuscire ad inclinare lo sci interno come quello esterno. Questo sci sarà grado di eseguire lo stesso compito di quello esterno, almeno in teoria. Al che uno potrebbe chiedersi: perché non mettere esattamente lo stesso carico sui due sci, visto che entrambi sono in grado di svolgere la stessa funzione? I motivi sono molteplici ma ce n’è uno molto intuitivo e ampiamente sufficiente per chiudere il discorso: la gamba esterna in curva è estesa, mentre quella interna è flessa: dal punto di vista biomeccanico la gamba esterna può sopportare un carico molto maggiore rispetto a quella interna. Questa motivazione basta e avanza per capire che non ha senso ripartire il carico 50-50 nel momento in cui il carico è massimo. Il discorso cambia in altre fasi della curva, quando i carichi sono minori, per esempio a fine curva, dove ha perfettamente senso ripartire il carico 50-50 o addirittura 40-60 a favore dello sci interno.

uso dello sci interno nello sci moderno

Con l’avvento dei nuovi materiali lo sci interno ha acquisito molta più importanza rispetto al passato, e questa evoluzione nel suo utilizzo è probabilmente ancora in atto. Avrete sicuramente sentito più volte Alberto Schieppati, il commentatore tecnico delle gare di coppa del mondo maschile, affermare che Odermatt ha perso l’esterno ma si è salvato con l’interno. L’utilizzo dello sci interno per risolvere la curva sta diventando per diversi atleti non solo un modo per gestire un errore, ma qualcosa di più sistematico, un elemento tecnico utilizzato praticamente in ogni curva. Ma da qui ad affermare che il carico va mantenuto “50-50” ce ne passa. Questa affermazione è sbagliata in partenza, per un semplice motivo: la ripartizione del carico tra i due sci durante la curva varia in modo continuo: il carico è prevalentemente sullo sci esterno a inizio curva, per poi trasferirsi sullo sci interno durante lo sviluppo della stessa. Questo è stato dimostrato da tantissimi studi, e viene trattato in diversi libri, per esempio il testo dei fratelli Cotelli, dove sono indicate le ripartizioni dei carichi in ogni fase di curva. C’è effettivamente un momento in cui il carico è 50-50, ma questo avviene a fine curva. Probabilmente alcuni degli sciatori moderni che utilizzano lo sci interno in modo non ortodosso lo caricano maggiormente a fine curva, rispetto a quanto indicato dai fratelli Cotelli nel loro libro del 2009. Ma di sicuro dall’inizio della curva fino all’istante in cui il carico raggiunge il suo massimo, ovvero più o meno a 2/3 della curva, dopo la massima pendenza, è sempre lo sci esterno a sopportare il carico maggiore. Gli sciatori moderni probabilmente caricano precocemente lo sci interno per “venir via” dalla curva in modo più rapido ed efficace per guadagnare tempo. Queste nuove tecniche, se vogliamo, potrebbero essere considerate l’evoluzione del famoso passo spinta ideato da Thoeni 50 anni fa.

consigli pratici per usare bene lo sci interno

Questo è quello che dice la teoria. Ma la pratica cosa dice? Ovvero cosa deve fare, e soprattutto cosa deve percepire lo sciatore per ottenere questa ripartizione “ideale” durante la curva?

Personalmente posso dirvi che l’idea di tenere lo sci interno il più scarico possibile non è mai sbagliata. Dalla mia esperienza su me stesso e sui miei allievi posso garantirvi che la maggioranza degli sciatori è convinta di tenere leggero lo sci interno durante tutta la curva, ma questo in realtà non è vero. Lo sperimento personalmente su di me quando, riguardando i video della mia sciata, noto che lo sci interno è deformato quanto l’esterno, mentre io ero convinto che fosse meno carico. L’ho riscontrato anche lavorando con allievi che possiedono Carv, strumento che fornisce una misura della ripartizione dei carichi. Io gli dico che non tengono abbastanza leggero l’interno, loro mi garantiscono che lo stanno facendo, e solo quando glielo dice anche Carv, si convincono del fatto che in realtà possono (e devono) fare molto di più.

Se non vi fidate di me, considerate il fatto che anche Ted Ligety, in una bella intervista di qualche anno fa, disse che a livello di sensazioni lui immagina semplicemente di mettere il 100% del carico sull’esterno. Il fatto è che mentre sciamo non abbiamo la possibilità di stare lì a pensare quanto è carico lo sci esterno e quanto è carico lo sci interno. Mentre sciamo il nostro cervello deve elaborare centinaia di informazioni e non può concentrarsi in modo così specifico su una sola di esse. Dunque, tutto quello che possiamo fare è cercare di tenere l’interno leggero e in linea di massima farlo di più non è quasi mai sbagliato.

Questo non significa ovviamente che il carico sull’esterno sia effettivamente del 100%! Ma anche se la ripartizione fosse 65-35, ciò significa che il carico sull’esterno è il doppio rispetto al carico sull’interno. A livello di sensazioni un carico doppio significa una differenza enorme!

Un consiglio che mi piace dare, che a mio parere funziona benissimo, è il seguente: quando noi sciamo, dobbiamo pensare di fare due cose completamente diverse con le due gambe: quella esterna deve “spingere”, ovvero deve “resistere al carico”, quella interna deve “tirare”, ovvero deve “cedere al carico”.

Voi capite bene che in questa situazione, dove una gamba fa una cosa e l’altra fa l’opposto, immaginare di modulare il carico puntando a un fantomatico 50-50 è impossibile.

Dunque, l’interno va mantenuto leggero. Ma come accennato in precedenza va fatto lavorare, ovvero va tenuto sullo spigolo e bisogna sentire che la lamina “gratta” sulla neve se non stiamo carvando, e bisogna sentire che lo sci taglia la neve, se stiamo carvando. Queste abilità possono essere apprese e vanno continuamente allenate. Nulla viene da sé, dunque bisogna lavorarci con esercizi specifici anche tenendo conto degli aspetti di cui vi ho parlato all’inizio del video, ovvero che lo sci interno non va solo tenuto leggero e inclinato, ma anche convergente e con la coda leggera.

Per concludere, lo sci interno è molto importante nello sci, perché solo un suo utilizzo corretto consente allo sci esterno di comportarsi come deve. Avrete già sentito dire che “Si scia SULLO sci esterno, ma si scia CON lo sci interno”, questa massima è verissima tanto che, se ci pensiamo, la maggior parte degli errori imputabili allo sciatore principiante e intermedio, fanno riferimento allo sci interno: il ginocchietto è causato dello sci interno piatto, la sforbiciata dallo sci esterno divergente, gli arretramenti sono spesso associati alla punta dello sci interno alzata e possono essere prevenuti tenendo la coda leggera… Tuttavia, il fatto che si debba usare bene, non significa che si debba caricare come lo sci esterno. Infatti, la massima dice che bisogna sciare con lo sci interno, ma SULLO sci esterno. Il che significa che lo sci interno deve sempre essere tenuto leggero.

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